Il 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, gli studenti dell’IC “De Amicis – Giovanni XXIII” di San Ferdinando di Puglia hanno fatto sentire la loro voce, unendosi idealmente a tutte le celebrazioni organizzate nelle scuole italiane per riflettere su una delle più gravi emergenze sociali del nostro tempo. La comunità scolastica ha dedicato la giornata a una serie di iniziative volte a sensibilizzare studenti e cittadinanza sull’importanza di contrastare ogni forma di violenza. I ragazzi si sono espressi attraverso la creatività, realizzando poesie, brani, riflessioni, simboli e una mostra artistica dal titolo evocativo “Parole e Immagini contro la violenza sulle donne – LIBERA”. Tra i simboli più significativi, la “Scala”, che richiama l’escalation della violenza contro le donne, è stata scelta per rappresentare il drammatico aumento di episodi di soprusi e discriminazione, ma anche simbolo positivo di ascesa e liberazione da stereotipi e teso alla piena realizzazione di sé.

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, dall’inizio dell’anno sono state 96 le vittime di femminicidio, mentre oltre 30.000 richieste di aiuto sono giunte ai centri di supporto per violenza fisica, sessuale e psicologica. È proprio su questa realtà drammatica che i ragazzi dell’IC De Amicis – Giovanni XXIII hanno voluto puntare i riflettori, trasmettendo messaggi di denuncia, speranza e solidarietà attraverso esibizioni artistiche e riflessioni profonde. La manifestazione ha coinvolto le Autorità cittadine, tra cui il Commissario Prefettizio, Dott. Sergio Mazzia, il sacerdote Mimmo Marrone, e rappresentanti di associazioni locali come la Pro Loco di San Ferdinando di Puglia. Presenti anche genitori oltre che docenti e studenti dell’IISS “Dell’Aquila – Staffa” in un simbolico passaggio di testimone tra scuole e generazioni, a confermare l’importanza di fare rete per affrontare insieme il problema. Non sono mancati momenti di grande emozione con la recita di toccanti versi poetici come “L’infinito” e “Luce dopo la tempesta”, o “Non ti arrendere”, “Il volo della rinascita”, “Come va, giovane donna?”, e “Passi verso il sereno”, tesi a rivolgere parole di cura ed incoraggiamento, speranza, verso le vittime perché non debbano sentirsi sole nel loro piccolo grande inferno quotidiano. Il tutto contrassegnato dall’intenso lavoro delle Prof.sse Grazia Guadino e Daniela Miccoli, impegnate nell’organizzazione della manifestazione . Altrettanto suggestive l’interpretazione, da parte dei ragazzi, di brani di Mia Martini e Fiorella Mannoia, diretti dal Prof. Alfonso Massa con coreografie d’accompagnamento, curate dalla Prof.ssa Teresa Cramarossa per sugellare una rassegna di sentimenti forti, malinconia, struggimento, senza rinunciare al coraggio della denuncia.

La Dirigente scolastica, Dott.ssa Filomena Ieva, ha sottolineato l’importanza del ruolo educativo della scuola nella lotta contro la violenza di genere: “La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma anche un presidio culturale e sociale. Attraverso giornate come questa, vogliamo educare le nostre alunne e i nostri alunni a valori di rispetto, empatia e uguaglianza, perché solo investendo sulla formazione delle nuove generazioni possiamo sperare di interrompere il ciclo della violenza. Il nostro compito è gettare semi di consapevolezza e sensibilità, lavorando in sinergia con le famiglie e le istituzioni per creare una società più giusta e inclusiva, che porti ciascuno a realizzarsi come persona”. Per questo motivo la mostra “Parole e Immagini contro la violenza sulle donne – LIBERA” resterà ancora aperta per tutta la settimana, offrendo l’occasione di visitarla e riflettere ulteriormente sul tema, grazie alle opere e ai messaggi esposti. La manifestazione del 25 novembre è la dimostrazione concreta di quanto l’arte, la cultura e la scuola possano essere strumenti potenti per promuovere il cambiamento, educare al rispetto e alla parità, contro ogni forma di prevaricazione e violenza, per costruire un mondo dove ogni persona possa sentirsi pienamente “libera”.