«C’è un rischio concreto che i Comuni non siano in grado di costruire progetti per partecipare ai bandi che i singoli ministeri stanno già avviando e che stanno per essere pubblicati. Considerando che i primi 25 miliardi devono essere impegnati entro il 2021. È corsa contro il tempo, dunque, ma anche contro la mancanza di risorse umane».

A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cgil Bat, Biagio D’Alberto, insieme alla categoria della Funzione pubblica rappresentata nella Bat dalla segretaria generale Ileana Remini, all’indomani della richiesta di rispettare il 40% delle risorse del Pnrr, il piano nazionale di ripartenza post Covid, avanzata dalle Regioni e dai Sindaci del Mezzogiorno.

«La condizione degli organici dei Comuni del Sud, nella gran parte dei casi, è poco attrezzata a governare i cospicui flussi finanziari che stanno arrivando. E la Bat, purtroppo non fa eccezione. Anche perché alcuni Comuni vivono condizioni di crisi finanziaria che impediscono le assunzioni di nuovo personale e acuiscono assenze importanti proprio negli uffici strategici di governo. Servirebbe, invece, un esercito di tecnici per attrezzare gli uffici a predisporre progetti che consentano alle pubbliche amministrazioni di partecipare alle gare ed alla gestione degli appalti. In giro non si percepisce questa consapevolezza. Lodevole è l’iniziativa del ministro Giovannini nell’attivazione del progetto formativo denominato ‘Pnrr Academy’ per formare i tecnici che nelle stazioni appaltanti dovranno applicare le nuove procedure previste dal Piano. Il problema è che qui sono proprio i tecnici che mancano. Poca cosa anche la disponibilità dei 200 tecnici che il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, mette a disposizione per un’opera di consulenza e monitoraggio rispetto all’adesione ai bandi. Il problema dei Comuni del Mezzogiorno, e della Bat, è preoccupante. I tempi sono limitatissimi e a nostro avviso impongono una soluzione straordinaria: se si vuole che anche i Comuni di questo territorio possano beneficiare delle opportunità finanziare che l’Europa ci mette a disposizione. Altrimenti ci vedremmo passare davanti un treno che difficilmente tornerà. Un’occasione che davvero non possiamo permetterci di perdere – concludono D’Alberto e Remini».