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«Con lo sguardo grato per la cultura della cura», l’editoriale di Mons. D’Ascenzo

Pubblicato sul numero di gennaio del periodico ufficiale dell’Arcidiocesi

Di seguito il testo integrale dell’editoriale, a firma di Mons. Leonardo D’Ascenzo, del numero di gennaio del periodico ufficiale dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta, in cui l’Arcivescovo, esprime i suoi auguri per il nuovo anno:

«Grazie, Signore, per i tuoi doni, per tutto quello che hai operato per il nostro bene, senza che ce ne accorgessimo, nell’anno da poco concluso.

Grazie, Signore, per tutto ciò che di buono e di bello hai in cuore per noi, che ci donerai nel prossimo anno, e di cui magari non avremo consapevolezza.

La gratitudine a Dio non è solo in rapporto a quanto abbiamo chiesto e ottenuto, o a quello che abbiamo domandato e ci sembra di non aver ricevuto. La nostra gratitudine è un atto di affidamento e abbraccia anche tutto ciò che proviene dalla bontà di Dio senza che ne abbiamo contezza. Dunque, possiamo sempre essergli grati, perché sappiamo che il Figlio di Dio si è fatto uomo, abita in mezzo a noi, è nostro fedele compagno di viaggio e si prende cura di noi. Ci difende e ci guida per il giusto cammino, perché possiamo riposare su pascoli erbosi e dissetarci ad acque tranquille (cf. Salmo 22). Nessuno di noi conosce il futuro, non sappiamo cosa ci capiterà in questo 2021, abbiamo però la certezza di non essere soli. In qualunque situazione, per quanto difficile o dolorosa, buia o incerta, ci sarà sempre Qualcuno accanto a noi, Dio il forte, l’Emmanuele!

Donaci, o Signore, uno sguardo capace di riconoscerti e un cuore pieno di riconoscenza!

In questo tempo di pandemia e di emergenze, pur facendo l’esperienza del sentirci tutti sulla stessa barca, spesso abbiamo preso rotte di divisione e di separazione: tra nord e sud del paese, tra regione e regione, tra generazione dei giovani e generazione degli anziani, tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, tra poveri che impoveriscono e ricchi che si arricchiscono, tra emergenza sanitaria ed emergenza economica, tra i diversi luminari del mondo scientifico, tra le diverse impostazioni della pastorale …

Al di là di ogni divisione e contrapposizione, la verità è che siamo un’unica famiglia, tutti uniti, più di quanto pensiamo, interdipendenti, ciascuno ha bisogno degli altri ed è chiamato ad aiutare gli altri. Come ci ricorda Papa Francesco nel Messaggio per la 54ma Giornata Mondiale della Pace, sentiamoci chiamati a costruire la cultura della cura. Prendiamoci cura gli uni degli altri e del creato. Nel nuovo anno, da poco iniziato, avremo bisogno soprattutto di persone di comunione, di servizio, dedite alla costruzione di relazioni buone, di legami fraterni, di ponti che permettano di incontrarci. Avremo bisogno di cura!

Insieme ai vaccini che stanno arrivando, per i quali esprimiamo tutta la nostra riconoscenza alla scienza e alla medicina, abbiamo necessità di un altro potente vaccino, a base di gratitudine e di cura per il fratello, per combattere il buio degli egoismi, il disagio delle povertà, la paralisi delle chiusure, la sofferenza dei conflitti, l’incertezza delle indifferenze!

“Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele” (Ger 31,3). Sono parole che il profeta Geremia a nome di Dio rivolge al popolo d’Israele quando si trova esiliato in terra babilonese, dopo aver perso tutto ciò che rappresentava l’oggetto delle promesse divine e la propria identità: la legge, il tempio e la terra. Senza futuro, senza speranza, senza “luce in fondo al tunnel”. L’amore eterno di Dio e la sua fedeltà che non viene meno continuano ad abitare il nostro cuore e le nostre comunità anche in questo momento difficile della nostra storia, in questo tempo di pandemia e di emergenze che hanno limitato le nostre libertà, hanno intaccato le nostre sicurezze, hanno alimentato le nostre incertezze.

Su questo Amore possiamo fondare la nostra speranza per i giorni futuri. Una speranza, quella del discepolo di Gesù che non è vana, e non è un palliativo per tirare avanti. La speranza cristiana è fondata sulla fede, sulla certezza che, in Gesù, Dio si prende cura di noi, sempre! Sia questa la nostra forza.

Desidero rivolgere le stesse parole del profeta, come un incoraggiamento, prima di tutto alle comunità parrocchiali: l’amore di Dio è eterno, per questo è fedele. Non lasciamo che lo scoraggiamento si impadronisca di noi. Sono grato ai sacerdoti, ai diaconi, ai consacrati, ai catechisti, alle famiglie, perché continuano ad essere chiesa in uscita, attenta e aperta ai più bisognosi, impegnata nell’annuncio del vangelo. Come dicono i nostri Orientamenti Pastorali, una chiesa per i poveri  che, sull’esempio di Gesù, vuole essere povera, sobria, e puntare all’essenziale.

Un pensiero affettuoso, una preghiera sentita, per chi è stato colpito in modo duro dalla pandemia: famiglie, anziani, malati, disoccupati, insegnanti, studenti, e l’impegno di questa Chiesa di Trani-Barletta-Bisceglie nel farsi prossima a voi, per tutto quello che sarà possibile fare.

La gratitudine e la disponibilità a collaborare, per vivere il nuovo anno senza lasciarci sfuggire l’opportunità di fare il bene, ai medici, al personale ospedaliero tutto, alle amministrazioni civiche, alle forze dell’ordine, a chi garantisce i servizi essenziali»

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