E’ un “Primo Maggio” all’insegna delle incertezze, anche (o soprattutto?) nella Bat, dove abbiamo “una situazione molto delicata e preoccupante aggravata ancor più dalla chiusura di tantissime aziende obbligate dalla stretta operata per evitare l’espandersi del Covid 19”: è questa la visione di Vito Me Mario (Cgil), Luigi De Ceglie (Cisl) e Vincenzo Posa (Uil), in una nota redatta in occasione di questa celebrazione.

“La festa del 1° maggio nasce il 20 luglio 1889 nel ricordo di un grande fatto di sangue avvenuto a Chicago tre anni prima, era il 1° maggio del 1886 quando in occasione di uno sciopero per la conquista della riduzione dell’orario di lavoro a otto ore, la protesta fu repressa nel sangue. La storia che dura da più di un secolo – raccontano i tre sindacalisti – ha portato uomini, donne, ragazzi e milioni di lavoratori a manifestare ed a lottare con enormi sacrifici per l’emancipazione dalla condizione di sfruttamento, per rendere meno insalubre e più dignitoso il lavoro rendendoli veri protagonisti della società civile”.

Dunque il Primo Maggio 2020 “così com’è avvenuto per il 25 aprile non sarà celebrato come consuetudine nelle piazze d’Italia poichè il Covid 19 ci ha relegati all’interno delle nostre dimore e sarà una festa del lavoro “chiusa” e non potrà avere quei momenti di condivisione e di socializzazione cui eravamo abituati ad assistere. Non ci saranno cortei, comizi, manifestazioni canore e dibattiti ma ciò non impedirà al mondo del lavoro ed alle Organizzazioni Sindacali Cgil – Cisl e Uil di ribadire i concetti di grandi conquiste insiti in queste due date storiche che hanno determinato la conquista della libertà dell’Italia il 25 aprile ed il Primo Maggio quella della dignità e dei diritti dei lavoratori”.

Dovrà essere e sarà una giornata di grande e profonda riflessione “nella quale non si potrà fare a meno di analizzare appieno il vero significato della libertà e del lavoro che, mai come in questo momento terribile e drammatico ci sta mostrando cosa si prova quando vengono a mancare la salute, il lavoro e la libertà di muoversi, elementi preziosi ed indispensabili come i beni essenziali quali l’aria e l’acqua. Oggi più che mai dobbiamo prendere atto che la pandemia ci impone una presa di coscienza maggiore  e che questi valori fondanti vanno rinsaldati e resi più forti, e come diceva Sandro Pertini: libertà, democrazia, lavoro e progresso economico hanno bisogno di una seria giustizia sociale senza la quale non avranno grande efficacia”.

La situazione nella nostra provincia: “Nella Bat abbiamo una situazione molto delicata e preoccupante aggravata ancor più dalla chiusura di tantissime aziende obbligate dalla stretta operata “giustamente” dal Governo per evitare l’espandersi del Covid 19. La chiusura forzata ha messo in ginocchio il tessuto produttivo territoriale e l’economia delle famiglie in modo preoccupante, non solo, la lunga costrizione fisica dei cittadini a rimanere chiusi in casa per tantissimi giorni sta determinando esasperazione e tensioni. Siamo convinti che se tutti insieme, Governo, Regione, Provincia e Comuni ciascuno per ciò che gli compete darà il meglio di sé in termini di supporti economici e di snellimento degli iter burocratici, potremmo contribuire alla ripresa produttiva, all’occupazione ed al benessere delle famiglie”.

Cgil, Cisl e Uil di Trani sono disponibili a dare “il proprio sostegno alla riapertura delle attività ed a tutte le iniziative che portino benessere e serenità tra i cittadini con una richiesta precisa e imprescindibile: la salvaguardia della salute e dell’incolumità fisica dei lavoratori”.