«La Regione ristori i Comuni che hanno sopportato maggiori costi per la trasferenza dei rifiuti, per non appesantire le bollette Tari ed attivi gli impianti Aseco a Forcone Cafiero». I sindaci dell’Aro Bt 3 (Francesco di Feo, Salvatore Puttilli e Bernardo Lodispoto), lanciano l’allarme sulle spese dei flussi “Forsu” a causa dei ritardi di Ager e Regione Puglia, ed alza «le barricate contro lo spettro di un aumento a carico dei cittadini».

Lo scorso 6 giugno, il nuovo ambito regionale ottimale, composto da Trinitapoli, San Ferdinando di Puglia e Margherita di Savoia, ha ufficialmente chiesto l’accesso al fondo di solidarietà (circa 4 milioni di euro per i 258 Comuni pugliesi) che entro il 31 luglio potrebbe essere destinato alla copertura del surplus di spese del 2018, per il trasporto dei rifiuti ai siti di trasferenza. In caso di mancata erogazione del fondo, i Pef comunali potrebbero subire pesanti ripercussioni: «L’indisponibilità delle discariche pubbliche comunque insufficienti – spiegano i 3 sindaci – gli elevati flussi di rifiuti anche verso siti privati, in attesa di essere stoccati in discarica, sono elementi che hanno portato ad un aumento dei costi che finirebbe per gravare sui cittadini».

Se il costo dell’umido, ad esempio, è passato da 80 euro a tonnellata (2016) a 200 euro odierni, ogni giorno che la Regione fa passare senza adottare un serio piano dei rifiuti minaccia servizi, salute e tasche dei cittadini: «Pare sintomatico, anche se tardivo – osservano di Feo, Puttilli e Lodispoto – , che un consigliere regionale di maggioranza come Ruggiero Mennea (Pd) si accorga oggi dei ritardi della Regione, in materia di rifiuti. L’emergenza è in atto da tempo, tanto che scelte regionali e consortili sbagliate ci avevano indotto a correre ai ripari costituendo il nostro nuovo Aro. Oggi chiediamo di accedere a quel fondo, di non dover aumentare la Tari e di poter conferire l’umido al prezzo libero e più conveniente presso gli impianti più vantaggiosi. A tal scopo auspichiamo una repentina accelerata nell’attivazione degli impianti di Forcone Cafiero in mano ad Aseco, che ci consentirebbero di biostabilizzare e ridurre i costosi flussi ai siti di trasferenza».