
È finito agli arresti domiciliari il presidente del Consiglio comunale di San Ferdinando di Puglia, Fabio Capacchione 56 anni e ispettore del lavoro, coinvolto nell’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’esecuzione di 13 misure cautelari personali nei confronti di pubblici ufficiali, consulenti e medici. Dovranno rispondere dei reati contro la pubblica
amministrazione, il patrimonio e la fede pubblica. Con lui sotto la lente d’ingrandimento dei finanzieri, oltre ad altre figure professionali, sono finiti due suoi colleghi: Vincenzo Sabatino, di 62 anni e in servizio a Foggia, e Antonio Schiavone di 60 anni e di Carapelle.
Le indagini della Guardia di Finanza di Foggia, iniziate nel mese di settembre 2016, si sono concluse nel mese di giugno 2017 e sono state coordinate dalla Procura della Repubblica. I tre
ispettori del lavoro, convinti dai consulenti coinvolti nelle indagini, avrebbero “accomodato” in senso favorevole agli imprenditori ispezionati gli esiti di otto ispezioni in materia di lavoro condotte dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Foggia tra il 2016 ed il 2017 nei confronti di imprese che svolgono attività nei settori delle costruzioni, agricoltura e commercio di alimenti e bevande. Come emerso dalle indagini, gli ispettori, traendone vantaggi personali o procurandoli ad altri, avrebbero falsificato le risultanze ispettive e violato l’obbligo di comunicare alla autorità giudiziaria le notizie di reato accertate, omettendo di irrogare le sanzioni pecuniarie previste od irrogandone di più blande al posto di quelle effettive. Nell’ambito delle indagini sull'”accomodamento” della attività ispettiva eseguita nei confronti di una impresa edile di Serracapriola (Foggia), è stato inoltre accertato che due agenti della Polizia Locale di Torremaggiore avrebbero annullato la sanzione accessoria della “decurtazione dei punti dalla patente” irrogata nei confronti della figlia di uno degli ispettori, posto agli arresti domiciliari e responsabile di una delle attività ispettive “pilotate”, rendendosi cosi’ responsabili del reato di abuso di ufficio.