Pezzo a firma del giornalista Gaetano Samele in merito alla visita pastorale del vescovo della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, monsignor Leonardo D’Ascenzo, a San Ferdinando di Puglia.

«L’ultima tappa del ciclo di visite alle città della Diocesi da parte del nuovo Arcivescovo è stata San Ferdinando di Puglia. Appena giuntovi, Mons. Leonardo D’Ascenzo ha portato il suo saluto al gruppo di immigrate (27 donne, tra 18 a 35 anni) e ai 7 bambini (da 2 mesi a 2 anni), provenienti da vari paesi dell’Africa e ospiti, nell’istituto delle Suore missionarie della Madre di Dio, presso il Centro di accoglienza straordinaria gestito dalla Fondazione Lamacchia in collaborazione con l’Unitalsi. Inevitabile l’emozione di fronte alle testimonianze dell’esperienza diretta di due migranti: arrivo in Libia; partenza e traversata in mare; naufragio e salvataggio; approdo in Italia e, finalmente, la gioia di essere a San Ferdinando. Per ringraziare l’Arcivescovo, le migranti hanno danzato in suo onore, nel cortile dell’istituto. Un’atmosfera di festa non formale e davvero coinvolgente. Poi Mons. D’Ascenzo si è diretto a Palazzo di città dove è stato accolto nell’aula consigliare dal saluto di benvenuto del presidente del consiglio, Fabio Capacchione, e da quello del sindaco, Salvatore Puttilli, il quale, presente a Velletri in occasione della ordinazione episcopale di Mons. D’Ascenzo, si è detto molto colpito dalla sua omelia, perché intrisa di semplicità, di grande onestà e di verità. Proprio quello ha aggiunto di cui hanno gran bisogno la nostra diocesi e la nostra San Ferdinando, per cui la Chiesa con Lei recupera il fascino e la dolcezza dell’approccio cristiano che si china all’ascolto e accoglie il bisogno. Ho l’impressione che Lei più che dire…farà. Infine, l’Arcivescovo, dopo aver salutato i disabili dell’associazione Colibrì, si è diretto verso la chiesa madre, dedicata a San Ferdinando, per presiedere la concelebrazione eucaristica. Qui è stato accolto dal parroco, Mons. Mimmo Marrone: la nostra comunità è l’ultima ad esultare per la sua venuta. È giusto perché siamo la comunità più giovane (170 anni), la figlia minore della chiesa diocesana. Siamo in coda, ma sempre col cuore in ascolto e lo sguardo vigile nel carpire e accogliere le indicazioni del Pastore”. Poi lo “avverte: “non si dimentichi che gli animali utilizzano la posizione della coda per mandare segnali ad uso sociale e manifestare le proprie emozioni.  Pertanto, carissimo don Leonardo, occhio alla coda”. Poi, don Mimmo ricorda che la comunità sanferdinandese, nella sua giovane storia, ha saputo elevare enormemente le sue condizioni di vita e ha saputo industriarsi in molteplici attività economiche, soprattutto nel settore agricolo e nel commercio. Ha tentato di riscattarsi da ogni forma di schiavitù materiale, però al momento presente deve tenere alta la guardia per non cadere vittima di legacci ben più opprimenti e vessatori. “Purtroppo, conclude don Mimmo – permangono atteggiamenti tipici della condotta del figlio più piccolo per cui spesso non ci si fa scrupolo nell’eludere la legalità, nel perseguire in modo ossessivo il tornaconto individuale, mostrandosi distratta verso il bene comune”. Brevissima la replica dell’Arcivescovo che ha invitato tutti a pregare per la crescita culturale, civile, sociale e spirituale di San Ferdinando e per il perdono dei peccati».