Un accordo che riduce i salari, abbassa le qualifiche e peggiora le condizioni previdenziali dall’indennità della disoccupazione agricola a tutte le prestazioni Inps. Insomma, un’intesa al ribasso che svaluta i lavoratori agricoli: un motivo sufficiente per decidere di non firmare. Per illustrare nel dettaglio agli addetti del settore dell’agricoltura i motivi per i quali le Flai provinciali di Bari e di Barletta-Andria-Trani hanno deciso, dopo oltre un anno e mezzo di trattativa, di non firmare il rinnovo è stata organizzata un’assemblea generale il prossimo venerdì 25 agosto alle ore 17.30 presso la storica Camera del Lavoro di Andria, da sempre luogo di lotta e di rivendicazioni bracciantili.

«Le nostre non sono semplici parole ma convinzioni supportate da numeri: applicando il nuovo contratto (firmato dagli altri sindacati) i lavoratori che si occupano del taglio e incassettamento dell’uva da tavola, tanto per fare un esempio, non vedranno riconosciuta la loro professionalità perché perderanno circa 26 euro lordi al giorno, oltre a percepire meno  disoccupazione agricola e meno pensione nel futuro», spiega Gaetano Riglietti, segretario generale di Flai Cgil Bat.  Non solo, aggiunge il sindacalista: «Con il vecchio contratto, superati i cento minuti di strada (tra andata e ritorno) per raggiungere il luogo di lavoro, sarebbe scattato automaticamente l’orario retribuito, ora la soglia è 250 km che si percorrono ovviamente in molto più tempo. Le associazioni datoriali commentando la decisione della Flai hanno detto che ci vogliono atteggiamenti ‘responsabili’ e che non bisogna essere ‘arroccati su posizioni ormai fuori contesto. Concetti condivisibili ma come si traducono nella pratica? Forse cedendo a questo arretramento di diritti e sottostando al peggioramento delle condizioni contrattuali? Se è così allora preferiamo restare ‘arroccati’, come sostengono loro, continuando a difendere il lavoro ed i braccianti».