«Pubblicata lo scorso 22 settembre l’ennesima sentenza del Tar Puglia che conferma l’assoluta inapplicabilità dell’Articolo 42 bis del D.P.R. 327/2001 per l’acquisizione sanante delle aree utilizzate per la realizzazione del campo sportivo di via Trinitapoli». Ad affermarlo in una nota scritta è il gruppo consiliare Uniti per San Ferdinando che ha continuato: «Si ricorderà che il Consiglio Comunale il 10 giugno scorso aveva praticamente scelto (con il nostro voto contrario e l’astensione dei Coscienziosi) di non sottostare al precedente giudicato amministrativo (la Sentenza del Tar depositata il giorno prima, il 9 giugno, All.3) riproponendo, in toto, con l’applicazione del suddetto art.42 bis. Oggi il Tar, com’era ovvio, ha ritenuto fondato il successivo ricorso del signor Pasculli teso ad annullare la spericolata delibera consiliare appena citata. Al Sindaco e ai consiglieri di maggioranza, a cui erano stati prospettati i rischi di una tale condotta, è fortunatamente (e lo scriviamo senza alcuna ironia) andata bene. Tar, infatti, ha ritenuto non accoglibile il ricorso nella parte in cui, ex Art. 96 del c.p.c., il ricorrente aveva chiesto una condanna per responsabilità aggravata con conseguente risarcimento del danno. Il di San Ferdinando, tuttavia, ancora una volta soccombente dovrà pagare, oltre che il nostro avvocato, anche le spese di lite in favore del ricorrente».

«Sull’applicabilità o meno di questo benedetto art. 42 bis del d.P.R. 327/2001, il comune: fonda la sua speranza di recuperare i 900 mila euro già pignorati in Banca di Pasculli a motivo di questa contorta vicenda; ha deliberato in sede di adempimenti ex articolo 193 del Tuel (equilibri di bilancio) di non tener conto delle raccomandazioni del responsabile finanziario che chiedeva, in quella sede, i necessari adempimenti per far fronte alla constatata emorragia di cassa. Tali speranze e azzardi contabili (gli equilibri di bilancio a giugno, al momento del voto, non c’erano, ma di questo se ne occuperanno il prefetto e la Corte dei Conti) vanno tuttavia maggiormente ponderati alla luce della sentenza e nel rispetto della collettività che a breve sarà chiamata a scegliere chi la governerà per i prossimi cinque anni».